Dedicato ad Alvaro
Per chi lavora in un bar, le 5 M sono un dogma. Si riferiscono ai 5 fattori chiave per fare un buon caffè: Miscela, Macinatura, Macchina, Manutenzione e Mano.
Il caso vuole che riassuma tutte le caratteristiche fondamentali per essere una buona azienda. Miscela come materia prima; Macinatura come processo di lavorazione; Macchina come Attrezzature di Lavoro; Manutenzione come manutenzione e, infine, Mano come Lavoratore.
Ogni singolo elemento è importante e la Mano è uno di questi fattori. Sempre di più si parla dell’importanza del Fattore Umano, ma questo concetto è ancora ben lontano dall’essere capito e vissuto come si dovrebbe.In molte aziende ancora mi capita di osservare il Lavoratore considerato alla stregua di una macchina.
James Reason in “L’Errore Umano”[1] coglie appieno questo concetto nel capitolo “Le ironie dell’automazione”
“.. serve anche ad evidenziare un’altra ironia dell’automazione: quella di addestrare gli operatori a seguire delle istruzioni scritte per poi inserirli in un sistema dove devono fornire prestazioni intelligenti di tipo knowledge-based ed avere la capacità di improvvisazione necessaria a porre rimedio alle situazioni problematiche.”
Sempre dallo stesso capitolo, viene citata la Bainbridge[2] che commenta:
“Forse l’ultima ironia è che sono proprio i sistemi che sono stati automatizzati con maggior successo, che richiedono rari interventi manuali, ad aver bisogno di investimenti più consistenti nell’addestramento degli operatori.”
Redatto da Dario Roncelli
11/03/2019
[1] James Reason, L’errore umano. EPC Editore, II Edizione italiana a cura di Paolo Rugarli, 2014
[2] Bainbridge, L. The Ironies of Automation. In J. Rasmussen, K. Duncan & J. Leplat (Eds.), New Technology and Human Error. London: Wiley, 1987.